Una menzione speciale a tutti i perdenti, a tutti coloro che si allenano duramente giorno dopo giorno e non hanno mai vinto nulla
Maria da piccola chiede di potersi fingere maschio per poter praticare lo sport, rinunciando per tanto tempo alla sua identità di ragazza.
La corsa di Enriqueta Basilio con la torcia in mano non si può dimenticare. Con la felpa bianca, la scritta Mexico in rosso, sul petto. Un sorriso che non sbiadisce anche se è stato catturato nel 1968, oltre cinquant’anni...
Alice Coachman insegnò che allo sport non interessa il colore della pelle. La sua è una storia un po’ triste e un po’ allegra, ma degna di essere narrata. Alle scuole superiori mi facevano partecipare ai Giochi della Gioventù....
"Road to Tokyo". In quella scritta sul gesso che ha protetto la sua caviglia è riassunta tutta la dura lotta di Tamberi per tornare a sognare ancora l'oro olimpico.
Antonella già a 15 anni era una promessa dell'atletica, sembrava volare quando si lanciava nei 100 metri a ostacoli. Un infortunio la blocca su questa walk of fame, ma lei non si dà per vinta e trova il modo...
Pietro Mennea per noi ragazzi degli anni Ottanta era il simbolo della rapidità. Una grinta incredibile, una resistenza conquistata con un duro allenamento
Jacobs, a Tokyo è entrato nella leggenda, ma una foto è entrata nel cuore di tutti. Un bambino di sei anni avvolto in un tricolore.
Wilma da piccola fu colpita da poliomielite e rischiò di rimanere zoppa alla gamba sinistra, ma con la grinta e l'amore della famiglia si trasformò in una gazzella.
Sara Simeoni in Italia è sinonimo di salto in alto, stabilendo il record nel 1978 e portando a casa l'oro da Mosca, alle olimpiadi