Dell’importanza degli studi classici hanno scritto in molti.
Ho visto diversi commenti che si cimentavano sull’opportunità o meno, nel terzo millennio, di studiare ancora il greco e il latino.
Gramellini che dice che il classico è come una cyclette, che ti allena alle pedalate vere, chi afferma che le lingue classiche preparino al problem solving, strutturino la mente. Oggi più che mai una preparazione classica, ben fatta, a mio parere è merce rara.
Quando ho iniziato i miei studi a lettere classiche, diversi anni fa, chi non intraprendeva ingegneria o un percorso scientifico era ritenuto di serie b.
Il computer non lo sapeva usare quasi nessuno, ed era una skill importante. L’inglese in pochi lo masticavano, e ti dava la precedenza in un colloquio di lavoro. Oramai né l’una e né l’altra attività sono da ritenersi competenze, tutti le possiedono fin dalla più tenera età e saper maneggiare la tecnologia non ti distingue, né essere poliglotta. Una cultura classica, che in altre parole si dice umanistica, è ciò che caratterizza la mente umana e la distingue dai virtuosismi dell’intelligenza artificiale.
È quel pensiero libero, a tratti spregiudicato, mai pecoresco, creativo nel vero senso della parola. Quello sprazzo, un anelito a sconfinare che sta a metà fra il riconoscere i propri limiti e l’osare oltrepassarli. Essere in buona compagnia di filosofi, pensatori, eroi invincibili, artisti, amanti appassionati. Un universo in cui non ci sentiremo mai soli. E quella capacità adattiva che ci fa stare bene in ogni ambito lavorativo, perché per noi che abbiamo digerito la grammatica greca imparare qualunque cosa non è un problema. Allora, se mi chiedono se il latino e il greco servono ancora a qualcosa nel 2023 non posso che rispondere sì. Servono molto più oggi che ieri, e un giovane che ha ragionato su Omero e Cicerone io lo riconosco lontano un miglio.
Per questo auguro a tutti i ragazzi che incominciano a frequentare questa scuola, che tra pochi giorni con paura e speranza varcheranno un portone che oltrepasseranno per i prossimi cinque anni, tutto il meglio che posso. Auguro di studiare con passione, di provare scoramento ed entusiasmo, di gioire e piangere su quel banco. Di conoscere tanti personaggi incredibili, veri o immaginari che siano. Non spaventatevi quando vi diranno che la vostra è una scuola obsoleta. Che state sudando su materie che nella vita non serviranno a nulla. Sono cose che dice chi non sa, e non sa di non sapere.
Un caloroso saluto.